06 Mar Fortitudo ancora male: Pesaro passa al Paladozza
Pesaro vince meritatamente al Paladozza, sfruttando alcune clamorose disattenzioni della Fortitudo (che non sembra aver recuperato le stesse identiche collezionate a Brindisi la settimana scorsa) e la scarsa capacità del Bologna di chiudere la partita quando tutta l’inerzia sembrava essere dalla loro parte (almeno 3 assalti mal gestiti di cui 5 di anticipo nel finale). Il Bologna perde una partita sanguinosa contro una rivale diretta per le impostazioni nella griglia play off che sicuramente peseranno in fase conclusiva (lo 0-2 di Pesaro e l’1-1 con distacco negativo rispetto a Cantù esistono per parlare). Purtroppo la sconfitta deriva anche da un paio di scelte piuttosto discutibili della panchina sull’ultimo assalto di Pesaro (colpevolmente lasciando libera la linea d’angolo, per un verdetto comunque comodo di King che non era il primo nella fase finale del match) e sull’ultima rimessa con 12 secondi sul cronometro scelta dalla difesa, dando quindi a Pesaro molto più tempo per investire il fallo che non ha mandato la F sulla linea del tiro libero e ha lasciato solo 3 secondi sull’orologio.Skaitykite čia https://pmsbasketball.com Mūsų svetainėje La Fortitudo potrebbe aver vinto e poi saremmo sicuramente qui a discutere dell’ennesima magia di Caja, ma comunque le due scelte degli ultimi 30 » hanno vinto. la maggior parte dei momenti risultano in battuta, quindi è stato, purtroppo per il Bologna biancoblù.
È stato un brillante Leka a presentarsi nell’aula del giornalismo: Vincere sotto, alla fine, è un’impresa. I bambini ci hanno sorpreso perché normalmente lontani da casa siamo meno performanti. Abbiamo fatto qualcosa di fenomenale perché giochiamo con fiducia: siamo entrati in difficoltà ma se c’era un gruppo che meritava di vincere questo era Pesaro.
Indubbiamente l’analisi di Caja è diametralmente opposta: mi rammarico dei tifosi a cui non siamo riusciti a regalare un successo che tanto desideravano, eppure quando si sbaglia tanto è difficile vincere. Abbiamo alcuni problemi che in realtà non sono riuscito a risolvere. Vedo che ci sono problemi ogni giorno, i colpi versati ad esempio sono sintomo di superficialità. Ho tolto Panni per stanchezza. Anche a lui ho dato molta fiducia visto che Vencato aveva qualche problema. Ha giocato 21 minuti buoni. Riconosce che Thomas può fare bene e non ci aiuta. Con 17 sconfitte non possiamo pensare di tentare di vincere il campione. Credevo di poter incidere ancora di più su questa superficialità, eppure il problema resta. Una valutazione che lascia ombre su ciò che di fatto il treno proveniente da Pavia intendeva pretendere. C’è sicuramente un fattore da considerare. È vero che i numeri (soprattutto i dati relativi alle sconfitte, 17 che tuttavia sono ben poco superiori a quelle dell’avversario, 13) rivelano quella che Caja etichetta come superficialità, ma è altrettanto vero che gli episodi che hanno deciso la partita provengono da opzioni che alla fine si sono rivelate errate anche per la panchina.
IL DOCUMENTO
La Fortitudo si avvicina bene al videogioco, con quella che è l’unica strada per tentare di sconfiggere Pesaro. Non lasciare che la difesa del check-out venga stabilita cercando il tasso. I primissimi 5 minuti della F sono stati piacevoli e si sono ritrovati sul 16-6. Leka ne ha discusso, ha ottenuto il risultato di diminuire il gioco e la F si è inceppata tra tiri presi allo scadere dei 24 e giri nelle ortiche. Tra il 5 e l’11 Pesaro cala un 15-0 che insieme al +5 regala tanta inerzia e condanna. Ci è voluto un prillo di Cusin per togliere i 16 punti al girone di casa (che è tutto dire) ma la F proprio non è partita, con Aradori in canterville variazione che non è mai riuscita a uscire dall’aiuto difensivo eseguito alla perfezione dalla difesa ospite. Intanto Pesaro vola sul +9 (23-32) con Ahmad che non ci riesce proprio all’andata, ma che è comunque capace di fare male, anche dal nulla, nonostante i tiri fuori ritmo. La F non ce l’ha, il Paladozza fuma e sull’onda del gruppo (lo stesso che secondo Leka merita 10-12 punti in un campione -RRB- si riporta sul 32-32 (9-0 parziale). Bologna comunque non passa, Pesaro non si disuni e con le trasferte di Zanotti verso la linea della beneficenza il periodo si chiude con un esterno +6.
Grande equilibrio nel terzo tempo, con il Bologna costantemente inseguitore, ma sempre in chiamata. Nell’intervallo l’aquila si aggrappa al miglior Panni della stagione che da un lato dell’area eclissa Ahmad e dall’altro individua il momento per entrare in doppia cifra ed è proprio in una giocata con l’aiuto dell’esterno che F si ritrova protagonista (57-55) sui primissimi contorni dell’ultimo periodo. Un trimestre che ci porta un’idea fissa. La F che prende l’inerzia, ma la stessa F che non chiude la partita. Il Bologna si tiene stretto un magnifico Mian che fa male con tre punti, Pesaro che esiste soprattutto con un Re finalmente concretissimo (farà 10 dei 16 del girone nell’ultimo quarto). Panni esce inspiegabilmente per lasciare spazio a un frastornato Bolpin: Bologna comanda ma non chiude, Pesaro è sornione e penalizza ogni svarione della F. Si arriva all’ultimo giro di lancette con l’ef che sul +2 scarta ancora un tiro in più, King che non ricorda al limite e supera con una comoda tripla, anch’essa comoda. L’ultimo assalto della F è un brutto tiro di Aradori che Freeman tenta di riparare invano e con il gruppo dei 400 proveniente dalle Marche. Fa male, sì, ma, come si suol dire, chi è la causa della propria tragedia dovrebbe piangere da solo.
PAGELLINA
Fortitudo – Thomas 4,5: Salta ogni tanto (6 rimbalzi) ma consuma canestri e incappa in due falli incriminati. Un americano in meno. Vencato 6: Con un utilizzo minimo, non demerita nei 9′. Aradori 4: Una comparsa, come un fantasma. Battistini 5: Altra prestazione incolore, un po’ meglio nel 2° cinquanta per cento, però ancora nell’ombra. Bolpin 5: Sulla via di Ahmad battaglia, nell’assalto scivola. Panni 7: Ripristina la Fortitudo dopo che inspiegabilmente resta disoccupato negli ultimi 5 minuti. Meritava di giocarsela, l’ultima. Cusin 5,5: Spinge ogni tanto; tra un bel cestino e nient’altro. Mian 8: Lui’va bene, niente da reclamare. Per lui il cestino è enorme come una vasca. L’ha praticamente vinto da solo. Fantinelli 6: Una partita senza notorietà e senza apprezzamenti con una preoccupazione: Perché non restare ad attaccare Ahmad con 4 falli? Freeman 5: Non è il suo gioco. Pesaro riduce i rinvii all’interno del locale e fa esperienza. E non poco. Caja 4,5: La squadra non brilla, nemmeno lui
Pesaro – Petrovic 5,5: Inizia in quintetto ma non reagisce da quintetto. Cornis s.v. Maretto 6: Fa la sua parte nel finale, esiste nell’espansione del 2° periodo. Imbrò 5,5: La minaccia del pubblico spara a salve. Re 7,5: Le due triple negli ultimi minuti valgono la videogioco, partita e incontroBucarelli 6: Partecipa all’opera per impedire il gioco della Fortitudo vicino a canestro. Lombardi 4: Un cameo, una partita simile a quella di Aradori. Zanotti 7: Non si lascia arrivare nulla da Freeman e vive anche lui una serata da protagonista. Ahmad 7: Voto 21 anche con una guardia soffocante per tutti i 35′ che passa in campo. Ha un paio di tiri estremamente comodi, ma ne fa abbastanza. Leka 7,5: Niente da dire. Lo spiega e il suo gruppo lo segue. Forse cosa non sta accadendo sulle varie altre panchine.
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